
Autore: Franco Gironimo
Data di pubblicazione: 13 giugno 2019
L’EDUCAZIONE FINANZIARIA È LA PRIMA RICCHEZZA DEL RISPARMIATORE Chi sa di più decide meglio
In Italia solo il 37% degli adulti sa rispondere a 3 domande su 5 che definiscono il grado di “competenza finanziaria”.
È quanto risulta dal sondaggio Global Financial Literacy Services di Standard & Poor's Ratings Services , il più grande e completo strumento di misurazione della finanza globale del mondo. Saggia la conoscenza di quattro concetti finanziari di base e le domande riguardano: il concetto di inflazione, il concetto di tasso di interesse, il concetto di capitalizzazione degli interessi e il concetto di diversificazione del rischio. L'indagine si basa su interviste con oltre 150.000 adulti in oltre 140 paesi.
L’indagine ha evidenziato tra l’altro bassi livelli di alfabetizzazione finanziaria in tutto il mondo. In Italia siamo tra i peggiori in Europa in competenze finanziarie, superati anche dalla Grecia.
Cosa leggiamo in questi dati?
I livelli di alfabetizzazione finanziaria delle donne sono inferiori a quelli degli uomini.
E questo rimarca il concetto che anche la competenza finanziaria è uno degli aspetti che contribuiscono a perpetrare le disuguaglianze sociali.
I giovani sono un gruppo più vulnerabile e doppiamente penalizzato.
L’Italia ha le più elevate percentuali di disoccupazione giovanile in Europa, ma qualora i giovani trovassero un impiego, si troverebbero a fronteggiare una situazione previdenziale molto più sfavorevole di quella dei loro genitori. Infatti, il cosiddetto “rapporto di sostituzione”, cioè il rapporto tra l’assegno pensionistico e l’ultima retribuzione, per chi oggi ha 25 anni e prospettive di lavoro incerte è stimabile in una percentuale ben sotto il 50%. Moltissimi non sono neanche a conoscenza dell’esistenza della famosa “busta arancione” dalla quale si può avere una simulazione (forse troppo ottimistica) di cosa ci aspetta una volta in pensione.
Nei paesi più sviluppati esiste una diretta correlazione tra competenza finanziaria e reddito.
Quest'ultimo aspetto sottolinea quanto l’educazione finanziaria sia un pilastro fondamentale nelle scelte finanziarie e di investimento.
Per questo motivo una buona consulenza patrimoniale non può esimere il professionista dal dedicare parte del tempo al fine di accrescere le competenze finanziarie dei propri clienti, nel fornire un servizio di vera e propria educazione finanziaria visto che nessun programma scolastico ne prevede uno.
E voi? Cosa avreste risposto alle domande di quella indagine?
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