
Autore: Franco Gironimo
Data di pubblicazione: 16 maggio 2025
TERRE RARE: IL TESORO INVISIBILE CHE MUOVE I MERCATI
Nel bel mezzo delle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina scatenate dal Presidente Trump, e sullo sfondo della guerra in Ucraina,
c'è un gruppo di elementi chimici che sta attirando l’attenzione di analisti, investitori e governi: le terre rare. Nonostante il nome esotico, non si tratta di una moda passeggera, ma di un settore strategico con impatti diretti su
tecnologia, energia, difesa e finanza globale.
COSA SONO LE TERRE RARE?
Le terre rare sono 17 metalli – tra cui neodimio, disprosio, europio e scandio – utilizzati in tecnologie di uso quotidiano e in
applicazioni industriali avanzate. Sebbene non siano realmente “rare” nella crosta terrestre, la loro estrazione e separazione è complessa e costosa (e dispendiosa da un punto di vista "ecologico"), poiché si trovano in basse concentrazioni e spesso mischiate tra loro.
DOVE VENGONO UTILIZZATE?
Questi metalli sono essenziali per l'economia moderna e la transizione energetica:
- Elettronica di consumo: smartphone, tablet, televisori, batterie.
- Veicoli elettrici e ibridi: magneti permanenti per motori.
- Energie rinnovabili: turbine eoliche ad alte prestazioni.
- Difesa: radar, missili, sistemi di guida e comunicazione satellitare.
Ogni innovazione tecnologica, dal green tech all’intelligenza artificiale, poggia (anche) sulla disponibilità di queste risorse.
LA MAPPA DEL POTERE
Produzione Mondiale : Chi controlla le Terre Rare nel mondo?
Paese Produzione (%) Note
Cina 95% Dominio totale nella raffinazione ed export
Stati Uniti ~5% Miniera Mountain Pass riattivata
Australia ~ ~ 3% Fornitore alternativo in espansione
Altri (Birmania, Russia, India)
La produzione, però, ha un impatto piuttosto critico sull’ambiente, ed è anche per questo che si è concentrata in Cina.
Nel 2024 in Norvegia è stato scoperto deposito di 8,8 milioni di tonnellate di ossidi di terre rare.
La società di estrazione mineraria Rare Earths Norway conferma che il deposito potrebbe portare a un investimento di 10 miliardi di corone norvegesi (circa 870 milioni di euro ) per sviluppare la prima fase di estrazione entro il 2030. Secondo il gruppo, questo investimento potrebbe coprire in futuro il 10% della domanda europea di terre rare.
Chi pianifica il proprio futuro finanziario non guarda solo ai rendimenti passati, ma si prepara alle dinamiche che cambieranno il mondo. Le terre rare, oggi, rappresentano uno di questi snodi chiave.
Includerle in un piano ben diversificato può essere una scelta vincente per chi vuole cavalcare i megatrend della green economy, della digitalizzazione e della sicurezza energetica.
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